mercoledì 23 maggio 2012

Mi a so vèneto

Leggo con interesse l'articolo di Gilberto Oneto pubblicato sul sito de L'Indipendenza.
Non mi riconosco praticamente in nulla di quello che ha scritto ed ecco il mio articoletto per spiegarne il perché.

Non concordo che lo staccarsi dall'Italia corrisponda ad una sorta di fuga in massa da una prigione.

I popoli della Penisola Italica vivono ormai da tempo una sorta di assuefazione psicologica verso lo Stato italiano che anche se le porte e i portoni della prigione fossero spalancati succederebbe l'improbabile, ovvero che molti si porrebbero la domanda :  ma sto facendo la cosa giusta?
Con il rischio che qualcuno preferirà restare in gattabuia, poi un altro ancora e poi un altro ancora, e così via ...



Recentemente, mi è capitato di parlare attorno ad una lunga tavola imbandita in un simpatico ristorante brianzolo;  i commensali erano brianzoli, milanesi e un veneto, io.

La prima parte di questa lunga cena la consumai a capire quali fossero le inclinazioni ideali delle mie compagne e dei miei compagni di serata, poi, capito che si trattava praticamente di tutti leghisti, ex leghisti o comunque di persone che esplicitamente erano stanchi dello Stato italiano, incalzai esponendo loro le mie idee da indipendentista veneto.

Risultato:  mi hanno guardato tutti come se fossi stato un extraterrestre arrivando quasi a compatirmi.

Perché?  Ovvio.  Volendo stare alla metafora di Oneto, vi sono carcerati (Veneti) che sono già sulla strada dell'indipendenza e si stanno sempre più velocemente liberando dai loro blocchi mentali;  di strada ne dovranno fare ancora molta, ma è chiaro che i prossimi mesi e anni saranno in accelerazione verso l'indipendentismo veneto e di conseguenza verso l'Indipendenza del Veneto.
I Lombardi sono carcerati ancora fortemente assuefatti alla psico-costrizione dello Stato italiano.

Ci si dovrebbe forse aspettare vicendevolmente?  Ovvero, per esempio, finché la consapevolezza indipendentista lombarda non sarà allo stesso livello di quella veneta, allora gli indipendentisti Veneti dovranno stare fermi allo stop ed aspettare i Lombardi?
No.  Noi Veneti dovremo seguire la nostra strada, che abbiamo iniziato a seguire qualche anno fa e che non è per forza la stessa degli altri Popoli presenti nella Penisola Italica.

Non dubito che dopo che i Veneti si saranno resi indipendenti, molto velocemente lo diventeranno anche i Lombardi, ma in questo momento vedo due velocità e due accelerazioni differenti.  Gli stessi approcci che abbiamo dato al raggiungimento dell'indipendenza sono fortemente differenti.

I ragionamenti di Oneto sono quelli che in Veneto si facevano nel 2006 / 2007 (e prima) tra i nuovi indipendentisti Veneti, nei forum (Internet - tipo Raixe Venete) e ad alcune assemblee e conferenze che partendo dalla fiammella mai spenta hanno iniziato a riaccendere il fuoco indipendentista.
Da quei tempi, noi Veneti di strada ne abbiamo fatta e molti concetti li abbiamo già messi nelle giuste caselline.

- L'indipendentismo veneto degli ultimi anni non è solo quello degli ex-leghisti delusi, come invece è ancora in linea di massima quello lombardo.
La gente nuova che sta iniziando a far massa critica intorno ai movimenti indipendentisti veneti in moltissimi casi è gente che con la Lega (o con la Liga Veneta) non ha mai avuto a che fare, nemmeno votandola.  Io sono uno di quelli.

- L'indipendentismo veneto degli ultimi anni è riuscito in moltissimi casi ad estraniarsi dai filoni ideologici. Non ancora completamente e la strada è ancora lunghetta, ma ci si è resi conto che si avvicinano più veneti all'idea di indipendenza se non ci viene associata per forza una specifica ideologia.
Vi sono sostanzialmente tre movimenti, di cui uno dichiaratamente socialista (ma che sembra non essere ancora riuscito a fare massa critica), uno di ispirazione liberal-libertaria che sembra stia riuscendo ad avvicinare molti veneti, che a mio avviso gioca in casa (dato il forte individualismo veneto e la presenza di moltissime PMI), ma che io penso ad un certo punto avrà grosse difficoltà ad espandersi più di una certa dimensione (proprio per questa sua peculiarità di rivolgersi volontariamente o involontariamente ad una specifica classe sociale veneta)... e c'è quello che non affronta il discorso ideologico, cercando di puntare semplicemente su identità, econonomia, autodeterminazione del Popolo Veneto, diritto alla sovranità dei Popoli e temi simili.

- L'indipendentismo veneto degli ultimi anni parla solo di indipendentismo.  L'autonomismo richiamato da Oneto che già è parte dello Stato italiano (si pensi alla Provincia autonoma di Bolzano) è un concetto defunto e sepellito e che ovviamente non ha nulla di che spartire con l'indipendenza.

- Oneto scrive nel suo articolo che quella che lui chiama la "road-map, ovvero il percorso istituzionale e giuridico per arrivare all'autodeterminazione è materia fino a qui sistematicamente sottovalutata se non ignorata".  Tale sua affermazione mi fa pensare che nel momento in cui Oneto ha scritto quel paragrafo stesse pensando e si stesse rivolgendo solo ai Lombardi ... Di sicuro non ai Veneti, i quali sul tema hanno non solo discusso, ma anche prodotto pagine e pagine.  Questo tema specifico è praticamente trattato in ogni conferenza, presentazione, work-shop che gli indipendentisti Veneti fanno in Veneto.

Si badi bene, che non sto ragionando tentando dei paragoni che vogliano mettere sul piedistallo i Veneti e denigrare lo sforzo indipendentista di altri Popoli.  Sto semplicemente affermando che la strada verso l'indipendentismo veneto è già stata in parte percorsa iniziandola circa cinque anni fa, mentre questo non è il caso dei Lombardi.


Per dare altri esempi, è probabile che soprattutto i Sardi siano molto più avanti dei Veneti, avendo loro avuto la fortuna di non vivere i 20 anni di zavorra Le-Li-ghista.   Non mi sorprenderebbe un loro scatto in avanti, come non mi sorprenderebbe uno scatto in avanti notevole e fulmineo del Popolo Siciliano, soprattutto per la loro indole e per ragioni prettamente storiche.
Cosa dovremmo fare in quel caso?  Chiedere ai Sardi o ai Siciliani di aspettare gli altri?  Ovviamente no.


Poi, vi è un altro errore che si commette di frequente, questo anche nel contesto indipendentista veneto.
A tutti i costi si vuole imporre (o esporre) il futuro che sarà.  Si sente la necessità di definire già come sarà lo Stato del futuro.

Sbagliatissimo.  Così facendo si fa lo stesso errore che spinse l'affermarsi delle ideologie del 1800 (proseguite poi per tutto il 1900) e alla creazione degli Stati dal nulla, artificiali, uniti in ragione di ideologie e progetti prestabiliti (spesso da avanguardie costituite da pochi) piuttosto che dal buon senso e dalla volontà del Popolo (che ricordiamo essere sempre e solo il vero sovrano).

Tuttti gli Stati nati negli ultimi decenni (specie in Europa dell'Est, ma non solo) NON sono nati in ragione di un'ideologia, ma in ragione della fine delle ideologie ... è avvenuta una sorta di Liberazione dagli Stati ideologici.  E sia ben chiaro ideologia non è solo il Comunismo o il Fasci-Nazismo, ma anche il Socialismo, il Libertarismo, il Liberismo, ecc. ecc. ecc.

Lo Stato che verrà lo si conoscerà solo dopo che si sarà diventati indipendenti e che il Popolo Sovrano di ogni Nazione (Veneti, Lombardi, Sardi, Sicialiani, ecc. ecc.) deciderà quale vestito mettersi, ovvero quale struttura darsi e come modellarsi.



Per uno come me, che da anni risiede in Lussemburgo, è francamente difficile capire quali siano i blocchi mentali e psicologici che portano ad avere paura per il futuro se si vivesse in uno Stato piccolo.
Qundi, a mio avviso è conveniente e corretto evitare di ipotizzare qualsiasi tipo di Stato futuro, piccolo o grande, unito, federato o confederato, perché è solo una gran perdita di tempo e si rischia (seppur motivati dalla buona volontà e da iniziativa onesta) che qualsiasi Stato artificiale che verrà avrà gli stessi intrinseci difetti dello Stato artificiale da cui ci si staccherà.
Lasciamo ai Popoli, una volta liberi, decidere del loro destino.


L'incontro di Jesolo NON deve essere una perdita di tempo. E rischierebbe di esserlo per i Veneti (ma penso anche per i Sardi, per esempio) se ci si incontrerà per ragionare sui temi proposti da Oneto come Oneto li ha presentati nel suo articolo.

A mio avviso, l'incotro di Jesolo dovrebbe essere un momento di condivisione di idee e suggerimenti che indipendentisti di Popoli diversi condividono tra di loro.  Una sorta di Conferenza sull'Indipendentismo della Penisola italica che nei prossimi anni potrebbe diventare Conferenza Internazionale ad includere molti altri Popoli che in giro per il mondo si trovano nella nostra stessa situazione (Catalani, Scozzesi, Bretoni, Corsi, Quebequesi, ecc. ecc.).


In tutta umiltà, mi permetto di consigliare a Gilberto Oneto di farsi, prima dell'incontro di Jesolo, un bel giretto sui siti Internet degli indipendentisti Veneti (o di quelli Sardi), gli sembrerà improvvisamente di trovarsi nel futuro, ma soprattutto recupererà spunti ispiratori non da poco.

3 commenti:

  1. Risposte
    1. Grazi mille! ;-)

      Ringrazio anche i lombardi che mi hanno inviato i loro commenti via email... apprezzo il fatto che hanno capito lo spirito con il quale è stato scritto questo articolo :-)

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  2. Bloccato a letto con febbre alta e un forte di mal di testa, purtroppo non me la sono sentita di prendere l'auto e di farmi i soliti 1000 km (conme tra l'altro ho fatto tante altre volte) per andare in Veneto in occasione dell'incontro di Jesolo.
    Auguro a tutti gli indipendentisti della Penisola italica un congresso ricco di spunti e di partecipazione.
    Andrea

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